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Alla sommità di una colina coltivata a vigneto nella terra natia dello Schiopettino, a ridosso di un antico bosco nasce un luogo architettonico destinato alla creazione del vino. Il percorso è “verso l’uva”, l’atto di versare l’uva trasformata in vino nel calice, la strada per arrivare ad una coltivazione il più possibile sostenibile e bio.

Così il contenitore architettonico non poteva non essere che un involucro che è mimesi del calice: conferisco e lavoro le uve alla sommità e stagiono nella barricaia semicircolare.

Completano i volumi della cantina le parti fuori terra che fuoriescono dalla collina come fossero un antico bastione a memoria che sì, in quel luogo e prima ancora della nuova cantina, l’uomo trasformava l’uva in vino in armonia e ascolto della natura e dei suoi ritmi biologici.